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Dal 6 al 9 giugno 2012 presso il Liceo scientifico Boggio Lera di Catania hanno avuto luogo manifestazioni varie in occasione del 150° anniversario della nascita dell’illustre fisico a cui è intitolato il Liceo.
Enrico Boggio Lera nacque il 6 marzo 1862 a Bardonecchia (To) dove il padre, ingegnere, si trovava per i lavori di costruzione della galleria del Frejus. Finiti gli studi liceali, entrò, per concorso, alla Scuola Normale Superiore di Pisa e frequentò ottenendo eccellenti risultati. A 23 anni si laureò in Fisica e Matematica con una tesi sulla <<cinematica dei mezzi continui>> con il massimo dei voti e diritto di pubblicazione a spese dello Stato.
Nel 1887 ottenne l’insegnamento presso l’Istituto Tecnico di Sassari dove conobbe la figlia del medico primario della città, Virginia Manca, che diventò sua moglie e da cui ebbe sette figli.
Dal 1892 la sua sede definitiva per l’insegnamento fu Catania, presso l’Istituto Tecnico “Gemmellaro“; a questo incarico si aggiunse, nel 1893, quello presso l’Istituto di Viticultura ed Enologia (oggi Istituto Agrario <<F. Eredia>>).
Da entrambi gli istituti ebbe varie promozioni per merito distinto e, l’1 ottobre 1923 fu nominato Professore del Ruolo di Onore della Pubblica Istruzione, poi Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e Cavaliere Ufficiale per eccezionali meriti di insegnamento.
Nel 1904 conseguì la Libera Docenza presso l’Università di Catania e vi insegnò fino al pensionamento avvenuto nel 1932. Continuò, però, a dare il suo valido contributo nel campo scientifico per tanti anni ancora.
Nel 1952 si ritirò e si dedicò alla musica che amava moltissimo.Il 7 novembre 1956 si spense all’età di 94 anni.
Catania lo ha onorato con un busto realizzato dallo scultore Emilio Greco, posto nel viale degli uomini illustri della Villa Bellini e con una piazza a lui intitolata nei pressi dello Stadio “Cibali”.
Vasta la sua produzione scientifica in svariati campi della fisica e della chimica. Molte sue pubblicazioni si trovano presso l’Accademia Gioenia: tante sono andate perdute. Interessantissimo il libro <<Galileo Galilei: vita ed opere>> pubblicato dalla Casa Editrice Vallardi.
Il Liceo, durante le celebrazioni del 150° anniversario della nascita, ha riproposto le più importanti esperienze di Fisica che il prof. E. Boggio Lera aveva realizzato nel Laboratorio dell’Istituto Gemmellaro. Sono stati utilizzati, per questo, alcuni strumenti su cui egli stesso aveva sperimentato! Infatti, quando nel 1923, nacque a Catania il primo Liceo scientifico, con l’autorizzazione dell’Amministrazione Provinciale parecchi strumenti di Fisica furono ceduti dall’Istituto Gemmellaro al nascente Liceo e, tra essi, anche alcuni su cui aveva sperimentato il prof. Boggio Lera. Questi strumenti servirono per creare un piccolo Laboratorio di fisica che, nel corso degli anni, andò ingrandendosi con l’acquisto di nuovi strumenti. Così alcuni strumenti antichi furono meno usati. Per la suddetta ricorrenza, si sono voluti ristrutturare: una valida “equipe” di docenti ha intrapreso questo arduo lavoro recuperando circa 200 strumenti e rendendoli perfettamente funzionanti. Dal 7 al 9 giugno si è organizzata la mostra di essi che sono stati ammirati da un folto pubblico che ha assistito anche alle esperienze di telegrafia senza fili così come aveva fatto il Professore nel Laboratorio dell’Istituto Gemmellaro nel mese di luglio del 1897 e di cui avevano dato notizia i giornali catanesi dei giorni del 17 e 31 luglio e del 3 agosto 1897. Tali esperimenti seguirono di poco quelli di Marconi di cui la stampa aveva dato notizia nel giugno dello stesso anno. Sono state realizzate altre esperienze, molte sui raggi X su cui il prof. Boggio Lera aveva fatto studi particolari.
L’illustre scienziato fu anche un grande studioso di meteorologia ed aveva inventato un apparecchio che segnalava e registrava i temporali: questo apparecchio fu richiesto da tanti Istituti e Stazioni meteorologiche del mondo. Nel 1900 ebbe da Parigi una lettera di encomio perché l’apparecchio da lui costruito aveva segnalato un temporale tre ore prima che questo si portasse all’orizzonte del luogo. La casa <<Richard>> di Parigi ne produsse e ne vendette parecchi. Fu un grande scienziato, riservato, restio agli onori e all’uso delle sue invenzioni per lucro. Un suo alunno di lui ha scritto: <<gli bastava la gioia di avere creato, di avere svuotato il suo cuore geniale, di pensare, lui solo e senza coro di applausi, alle possibili applicazioni delle sue invenzioni…>>.Uno dei suoi figli, però, non condivideva questa sua convinzione e soleva dire:
<<nella vita bisogna fare, saper fare, e far sapere di saper fare>>.