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Il vaiolo è stato un flagello per l'umanità fin dal XIV secolo a.C.; infatti, risale al 1350 a.C.il primo manifestarsi di questa malattia, che si diffuse durante una guerra tra Ittiti ed Egizi e causò il progressivo declino di quel popolo proveniente dall’Asia Minore. Nel corso della storia furono molti i personaggi famosi, come Re Luigi XV di Francia e lo Zar Pietro II di Russia, che contrassero il vaiolo, e molto spesso il virus decimò intere popolazioni. Basti pensare ai tre milioni di indigeni americani morti durante le guerre di conquista del XVI secolo, a causa dell’infezione portata dai colonizzatori.

 

La malattia, di origine virale, si manifesta con febbre alta, sensazione di freddo, mal di testa, nausea e vomito. Dopo qualche giorno, la febbre diminuisce; si sviluppano gonfiori ed esantemi (arrossamenti pruriginosi) sulla faccia e vicino agli occhi che, successivamente, invadono tutto il corpo, trasformandosi in vescicole e pustole. In generale la gente non sopravviveva al morbo, e pochi tra i superstiti ne uscivano illesi. Quasi ⅓, infatti, perdeva la vista e la maggior parte dei rimanenti era costretta a portare per tutta la vita sul corpo le deturpanti cicatrici causate dal virus.

 

Solitamente i malati venivano isolati, oppure dovevano affidarsi ai medicamenti improbabili dei ciarlatani locali. Tutto ciò andò avanti finché una cura veramente efficace fu scoperta nel Settecento da un geniale medico e scienziato: Edward Jenner.

Edward nacque a Berkeley il 7 maggio 1749 dal reverendo Stephen Jenner. La famiglia Jenner viveva nel Gloucestershireda molti anni e proprietà terriere molto vaste le garantivano buone condizioni economiche. Il padre stabilì che il giovane Edward frequentasse gli studi prima al liceo Cirencester per poi proseguire con gli studi di medicina, guidato da due famosi chirurghi dell’epoca, Daniel Ludlow e John Hunter. Finiti gli studi, gli fu richiesto da Sir Joseph Banks di organizzare e preparare la sistemazione dei preziosi esemplari zoologici riportati dal capitano Cook dal suo primo viaggio nel1771: gli venne addirittura offerto un posto nella seconda spedizione, ma egli rifiutò perchè intendeva dedicarsi alla professione di medico condotto nel paese d’origine. Qui fondò una piccola società medica, e si dedicò alla produzione di diversi saggi sulle infiammazioni vascolari; s’interessò anche ad argomenti controversi della biologia, come il comportamento del pulcino del cuculo, e coltivò la passione per le mongolfiere.

 

La grande tematica che lo appassionò fino alla morte, avvenuta il 26 gennaio 1823, fu, tuttavia, la cura del vaiolo. Quando era ancora studente e apprendista a Sodbury, era venuto più volte a contatto con alcune delle mungitrici delle vaste proprietà fondiarie della sua famiglia; esse contraevano spesso una forma più blanda di vaiolo, detta vaiolo delle vacche ocow-pox. Dopo il contagio questa malattia, che le segnava relativamente poco, le mungitrici contraevano rarissimamente il vaiolo umano. Il caso non aveva, però, riscosso molto interesse fra gli uomini di scienza, che si erano molto spesso limitati ad evidenziare l'analogia tra le due malattie. Jenner, incuriosito dal problema, indagò a lungo e confermò la differenza tra le due tipologie del vaiolo, portando anche disegni e descrizioni dei sintomi del vaiolo vaccino(così chiamato perchè portato dalla vacca) in una mungitrice.

 

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